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Qual è il ruolo del Dungeon Master oggi?
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Qual è il ruolo del Dungeon Master oggi?

Da semplice giocatore a organizzatore, PR, guardiano del gruppo e performer, come si è evoluta la figura del master in D&D in 50 anni?
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Quando nel 1974 uscì la prima scatola di D&D il dungeon master non si chiamava neanche così. Ci si riferiva a lui come arbitro, e il suo compito era quello di far rispettare le regole del gioco, ma come sono cambiate le cose dopo 50 anni?

In questo periodo mi sto leggendo la nuova guida del DM, e quello che ho letto non mi è piaciuto. Siamo veramente sicuri che il dungeon master oggi debba essere un: attore, regista, improvvisatore, arbitro, narratore, insegnate e creatore di mondi? Alcuni di questi ruoli mi lasciano perplesso, mentre altri mi chiedo perché siano qui.

Attore, regista, improvvisatore e narratore

Attore, regista, improvvisatore e narratore, per carità sono ormai lontani gli anni in cui il master era semplicemente il tizio delle regole, ma non staremo esagerando con sta cosa del “raccontare storie”? Mi spiego peggio, tutti questi termini sono legati al raccontare storie, cosa fa un attore se non interpretare il suo ruolo in un storia? Cosa fa un regista se non dirigere questa storia? E lo stesso si può dire per l’improvvisatore e il narratore. Ma nei gdr questa cosa è necessaria?

Una volta una persona intelligente mi ha detto: giocare di ruolo significa sempre raccontare una storia, anche nei gdr che non raccontano storie. Questa frase mi è rimasta dentro e spiega perfettamente quello che è il mio pensiero sui giochi di ruolo. Raccontare storie ci piace, cerchiamo sempre l’occasione di raccontare una storia, il problema però è che agli altri delle nostre storie non frega niente. Questa roba alla Wizards la sanno bene e infatti, dopo aver fornito questi ruoli, ci hanno appiccicato sopra delle definizioni che beh… cambiano il loro significato.

Cosa vuol dire essere un attore secondo la guida del DM? Il DM interpreta i mostri, scegliendo le loro azioni e tirando i dadi per i loro attacchi. Il DM interpreta anche tutti i png che i personaggi incontrano. A voi questo sembra un attore? A me sembra la risposta che darebbe quel tizio che, quando gli chiedono cosa fa quando gioca di ruolo, cerca di far sembrare il suo giocare una roba seria e intellettualmente impegnata.

Cosa vuol dire essere un regista secondo la guida del DM? Come il regista di un film, il DM decide (e descrive) cosa incontrano i personaggi nel corso di un'avventura. Il DM è anche responsabile del ritmo di una sessione di gioco e della creazione di situazioni che facilitino il divertimento. Non so voi ma questo a me non sembra il lavoro di un regista, ci sono degli elementi di storytelling, è vero, ma questi mi sembrano più i compiuti di un level desginer. Anche perché il regista ha potere su tutto, un master invece sa che deve lasciare spazio ai giocatori.

Cosa vuol dire essere un improvvisatore secondo la guida del DM? Una parte importante dell'essere DM è decidere come applicare le regole man mano che si procede, e immaginare le conseguenze delle azioni dei personaggi in un modo che renda il gioco divertente per tutti. Che cosa c’entra questo con l’improvvisare? Creare delle conseguenze verosimili alle azioni dei giocatori vuol dire improvvisare? Certo, c’è bisogno di una pizzico di improvvisazione, per quelle volte in cui il party fa qualcosa di assurdo, ma di solito si tratta solo di applicare la logica.

Cosa vuol dire essere un narratore secondo la guida del DM? Il DM crea avventure, con situazioni da mettere di fronte ai personaggi in modo da invogliarli a esplorare e interagire con il mondo di gioco. Quindi più che un narratore il DM è più simile ad un level designer dei videogiochi, che deve creare un ambiente in grado di stimolare un certo comportamento nei giocatori. Siamo sicuri che vogliamo chiamare narrazione questa cosa? Perché a sto punto anche la disposizione dei prodotti sullo scaffale del supermercato punta a stimolare un certo tipo di comportamento. Chi organizza gli scaffali del supermercato è un narratore? Al massimo sei un architetto delle scelte, cioè sei il tizio che si occupa di organizzare il modo in cui vengono proposte le scelte alle persone, se volete approfondire questo concetto consiglio la lettura del libro The Nudge, la spinta gentile.

Tornando invece a questi “ruoli” del DM, ci troviamo davanti il classico esempio di creazione di terminologia specifica. Nei GdR, settore in cui tutti creano le proprie definizioni, per me si dovrebbe iniziare a fare il contrario. Invece di puntare a creare un linguaggio specifico, che poi non si diffonde mai perché alla gente piace inventare parole per darsi un tono, perché non iniziamo a parlare come mangiamo? Perché in questo caso sì, il master è un attore, regista, improvvisatore e narratore ma nessuno di questi termini viene utilizzato per quello che significa nel mondo reale. Senza considerare come molti master che usano queste definizioni, non le intendono in questo modo. Sembrano messe qui solo per darsi un tono, come se invece chiedere di passarmi il sale da cucina, chiedessi di passarmi del cloruro di sodio. Perché dobbiamo sempre cercare di sembrare più fighi di quello che siamo? Quanto deve far schifo la vita di qualcuno che ha bisogno di dover dire di essere un attore, regista, improvvisatore e narratore, invece di dire che gioca di ruolo?

Arbitro

La definizione di arbitro viene subito dopo quella di “improvvisatore” e recita una roba tipo: Quando non è chiaro cosa dovrebbe succedere, il DM decide come applicare le regole. Adesso, so che qualcuno mi prenderà per un rompi scatole ma la definizione di improvvisatore e cioè, “Una parte importante dell'essere DM è decidere come applicare le regole man mano che si procede, e immaginare le conseguenze delle azioni dei personaggi in un modo che renda il gioco divertente per tutti” per quanto poco condivisibile mi sembra molto più calzante come definizione di arbitro. Al massimo questa roba può essere un corollario della definizione di prima.

C’è da dire una cosa però, l’arbitro lo hanno definito così perché, per farla breve, vogliono dire al DM che, quando i giocatori romperanno le scatole con il regolamento, lui può decidere di fare quello che vuole. E un giorno parleremo di questa roba, ma non è questo il giorno, perché oggi è il giorno in cui voglio lanciare un appello: qualcuno stacchi internet a Chris Perkins, perché è evidente che abbia passato troppo tempo su reddit; o questo, oppure hanno imposto a chi ha scritto sta roba di inserire una lista e, per sbrigarsi, il tizio ha preso una frase di senso compiuto e l’ha divisa in tante definizioni per andare prima in pausa pranzo. C’è un problema però, non solo le definizioni non ci azzeccano niente con il significato di questi termini per come li intendiamo comunemente, ma anche nel gioco effettivo lasciano il tempo che trovano.

L’applicazione delle regole, per quanto venga messa spesso da parte, perché i manuali non li legge nessuno, rimane uno degli aspetti fondamentali della figura del master in D&D. Poi fatemi sapere se sbaglio io a pensare che, forse, ci si sarebbero dovuti impegnare di più a definire questo ruolo.

Insegnante

La definizione di Insegnante nella DMG, per quanto non sia nuova, è quella che mi ha sempre lasciato perplesso. Nella nuova DMG ci viene detto infatti come “spesso è compito del DM insegnare ai nuovi giocatori come giocare” ma sta roba ha senso? Come definizione sicuramente, il ruolo di insegnante è questo, ma il gioco ha 3 manuali, e uno di questi è dedicato al giocatore. Ci troviamo nel mondo dei giochi da tavolo, settore dell’intrattenimento in cui per giocare bisogna conoscere le regole di un gioco, perché continuano a mettere sta roba nel manuale del master? Devo prendere questa cosa come un’ammissione di colpa da parte dei game designer che, non sapendo scrivere un regolamento, hanno bisogno di qualcuno che faccia, a gratis, il lavoro per cui loro sono stati pagati?

Questo non vuol dire che un master non possa aiutare i giocatori, io stesso quando mastero, cerco sempre di dare una mano ai novizi, ma insegnare il gioco non è il compito del DM, ma del manuale del giocatore. Poi non sono stupido, lo so che questa roba la mettono qui perché, chi fa il DM, è spesso il giocatore più motivato, che fa gruppo e cerca di far giocare i suoi amici, ma questa roba non ha niente a che fare con il gioco, ha a che fare con le persone. Noi sulle persone non possiamo fare game design, perché non le controlliamo. Quando si crea un gioco di ruolo, il massimo che possiamo fare, è pensare a delle meccaniche e rendere comprensibili a chi le legge. Il lavoro dei game designer si ferma qui, quello che poi le persone faranno con il manuale non lo può controllare. Com’è possibile che, il gioco di ruolo più famoso del mondo, ancora continui a ragionare in questi termini?

Creatore di mondi

L’ultimo ruolo che ci è rimasto è quello del creatore di mondi o worldbuilder, se vi piace l’inglese, ecco in questo caso invece ci troviamo davanti una definizione molto semplice e condivisibile: “il DM crea il mondo in cui si svolgono le avventure del gioco. Anche se stai usando un'ambientazione pubblicata, puoi renderla tua”. Questa è l’unica definizione tra quelle fornite che ha senso e con cui sono d’accordo, ed è l’unica che descrivere bene ad un novizio questo ruolo del dungeon master.

Conclusioni

Come avrete capito però, non sono molto soddisfatto da questi ruoli. Alla WotC hanno visto il livello della discussione online, e invece di provare mettere un freno a tante idiozie della “community”, hanno deciso di seguire la corrente. Essere una dungeon master oggi presuppone di fare tutta una serie di robe che, poco hanno a che vedere con il gioco e tanto con le persone. Su internet si cerca in tutti i modi di dare risalto all’aspetto sociale di questa figura, piuttosto che a quello che dovrebbe fare veramente, e cioè giocare. Ma questo perché? Perché ormai il pensiero che si è diffuso è quello di avere a che fare con un performer e non con un giocatore.

Con questa “nuova visione del DM" carichiamo di aspettative una figura che poi, a conti fatti, anche se crede di essere un figo perché sul manuale c’è scritto che è un attore, registra e blablabala, rimane solo un giocatore. Però ormai il messaggio che passa è questo, il master quando crea avventure, non sta giocando, sta preparando uno spettacolo. Il master quando ruoli i png o i mostri, non sta giocando, sta intrattenendo. Quando fa da arbitro, che è tipo il motivo per cui questo ruolo è nato, non sta giocando ma svolge un servizio. E dato che il master non gioca ma offre un servizio allora è giusto che venga servito e riverito, e perché no, anche pagato per il disturbo. Perché masterare non è più considerato giocare, ma viene visto come una prestazione per cui è giusto farsi pagare. Ecco quindi che spuntano fuori i master a pagamento, che la buttano tutta sulla difficoltà del masterare, del tempo che ci vuole a preparare una sessione, e di tutte quelle aggiunte inutili che, di solito, vengono usate solo per chiedervi più soldi. Queste persone stanno cercando di farvi dimenticare come i GdR siano un’esperienza condivisa, che si basa su tutti i giocatori al tavolo, non solo sul master.

Purtroppo, usando le definizioni dei ruoli della nuova guida del DM, i master a pagamento potranno definirsi: attori, registi, improvvisatori, arbitri, narratori, insegnati e creatori di mondi. E, manuale alla mano, avranno ragione! Peccato che poi, se leggiamo le definizioni, quasi tutti questi termini hanno un significato diverso rispetto a quello per cui vengono utilizzati. Wizards queste cose le sa bene, e per l’ennesima volta ha deciso di non fare niente, limitandosi a buttare fuori non dei ruoli ma delle etichette che i master a pagamento utilizzeranno per legittimarsi ancora di più, dato che la nuova guida, se letta superficialmente, sembra essere dalla loro parte.

I master a pagamento sono un fenomeno deleterio per l’hobby, ma questo richiederebbe un episodio solo su questo argomento, tipo quello che è uscito il mese scorso, e vi consiglio di recuperarlo se non lo avete già fatto. Per tutti gli altri fate attenzione, o potreste incontrare La Cosa Nel Dungeon.

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