L'Epoca d'Oro dei GDR è FINITA
Ed è tutta colpa dell'OGL, di voi che non volete più giocare a D&D e di tutti i nuovi GDR che stanno uscendo! Ma è veramente così? Forse, ma non è quello che sembra.
All’inizio di quest’anno Ben Riggs ha postato su facebook un “piccolo” articolo in cui spiega come secondo lui l’epoca d’oro dei GDR sia giunta alla sua fine, ma è veramente così? Ben Riggs non è l’ultimo degli idioti, ha più volte dimostrato di sapere il fatto suo per quanto riguarda il mondo dei GDR e ha scritto uno dei saggi storici più importanti sul fallimento della TSR: Slaying the Dragon A Secret History of Dungeons & Dragons. Avrà ragione anche questa volta oppure ha preso un abbaglio?
L’Inizio della Fine?
Non è un segreto il fatto che la 5e stia vendendo sempre meno, Teos Abadía sul suo blog ha scritto un interessante articolo in cui ne parla, quello che però a noi interessa oggi è mettere le cose in prospettiva. D&D è arrivato al capolinea della sua Quinta Edizione, ma questo vuol dire che sarà la fine anche per il mondo dei GDR? La risposta a questa domanda è un grosso DIPENDE. Perché sì, il mondo dei GDR non è mai stato così ricco di proposte come lo è oggi ma allo stesso tempo nessuno sa cosa aspettarsi. Facciamo un passo indietro.
La Quinta Edizione è l’edizione dei record, per 10 anni è stata in grado di dominare il mondo dei GDR, facendo storcere il naso a molti appassionati sia chiaro, ma il suo dominio è stato incontrastato. Questo dominio poi ha coinciso con un profitto economico non indifferente, cosa non scontata nel mondo dei GDR; la TSR durante gli anni “80 fece uscire alcuni dei suoi moduli e ambientazioni migliori, ma smise di essere in profitto dal 1982.
D&D come brand è risultato come voce in profitto per ben 9 anni di fila sei si guardano i report della Hasbro, e fino all’acquisto della piattaforma di D&D Beyond nel 2022, e del successo di Baldurs Gate 3 nel 2023 possiamo essere relativamente sicuri del fatto che questo profitto venisse dalle vendite dei manuali e non dalle licenze. Potreste obbiettare che c’è uno Stranger Things di mezzo, ma è tutto da vedere quanto abbia influito realmente sulle vendite; in Big Bang Theory giocavano a D&D 4E, i manuali erano sempre presenti sullo sfondo, eppure non hanno fatto alzare i profitti. Non mi sbilancio neanche sul ruolo di Critical Role sul successo della 5E, pochi se lo ricordano ma all’inizio dello show Mercer e compagni giocavano a Pathfinder (anche i ragazzi di InnTale in Italia) e Paizo per fare i soldi ha dovuto aspettare lo scandalo dell’OGL.
Comunque sia la 5E non è più redditizia come un tempo e questo vuol dire solo una cosa: nuova edizione. Come tutte le nuove edizioni ci metterà tempo a prendere piede ed è difficile aspettarsi un successo pari alla Quinta Edizione, ma questo perché nessuno si aspettava un successo del genere neanche da parte della Quinta. Vedendo le stime (che valgono poco ma io parlo con i dati che ho) la Quinta edizione è l’edizione di D&D che ci sta mettendo più tempo a “fallire”, se mettiamo a paragone i dati che abbiamo sulla seconda e prima edizione di AD&D i crolli verticali delle vendite che era lecito aspettarsi non ci sono stati. La Quinta edizione, a prescindere da quello che ne possiamo pensare, piace e continua a piacere nonostante i picchi di vendite del biennio 2017-2019 siano passati.
Aspettarsi da One D&D un successo su tutta la linea come al Quinta Edizione, vuol dire vivere fuori dal mondo, questo non vuol dire che non sia possibile bissare il successo, ma che darlo per scontato è da stupidi.
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Perché One D&D e non D&D 6E?
Perché la prossima edizione del GDR di WotC si chiama One D&D? Ci sono tanti motivi in realtà, secondo me i principali però sono 2:
Non siamo orientali: in occidente i numeri non ci piacciono, questa cosa è ravvisabile anche con la console war tra Playstation e Xbox, la prima azienda è giapponese e prosegue con la sua numerazione, la console di microsoft invece è passata dall’Xbox, all’Xbox 360 fino all’Xbox One. Sempre in ambito videoludico basta guardare cosa è successo alla saga di Assassin’s Creed, mentre la serie di Final Fantasy è al suo sedicesimo capitolo.
Marketing: il meccanismo alla base non è dissimile da quello che viene usato nelle saghe cinematografiche che iniziano a floppare, finché la saga va bene si usano i numeri, dopodiché si vede il titolo che da il nome al franchise affiancato da una parola. Tipo Saw, Hellraiser o Scuola di Polizia per intenderci. Perché si fa tutto questo? Perché si vuole che il pubblico torni a vedere il franchise pensando di essere davanti un nuovo inizio. Secondo voi perché la prossima edizione di D&D si chiamerà One D&D? Perché suonava bene o perché qualcuno del reparto vendite ha detto che così possono vendere di più?
Il fatto che Hasbro opti per questo tipo di scelte vuol dire che neanche loro ci credano alle possibilità di bissare il successo della Quinta. Ci troviamo quindi davanti una strategia molto conservativa… da manuale (du dum tssss, quanto sono simpatico!).
L’Inizio di una Nuova Epoca
Ben Riggs poi prosegue nel suo post con tutta una serie di correlazione difficilmente dimostrabili e altre che sono false. L'OGL sarà stato che un danno di immagine per d&d ma questo non ha frenato un sacco di crowdfunding che si basano sulla 5E dal continuare a raccogliere un botto di soldi . Il mondo del crowdfunding continua ad essere redditizio per i GDR e per la 5e in generale, se cercate grafici e dati più precisi vi lascio qui un articolo sempre di Teos.
L'unica conseguenza reale dell'OGL è stato un ritorno alla professionalità da parte degli editori di materiali di terze parti. Per anni si sono adagiati sugli allori vivendo grazie alla compatibilità con la 5e, non poteva durare all'infinito. Trovo ridicolo poi come una realtà come Paizo usasse ancora l'OGL della 3.X. Pathfinder 2e per quanto abbia ricevuto un boost alle vendite è stato epurato nel corso del 2023 di tutti i possibili riferimenti all'OGL e, dato che il lavoro è stato fatto in fretta e furia, al giorno 1 dalla pubblicazione dei manuali aggiornati già c'erano i primi errata corrige dell’editore. Lo stile Paizo e la qualità dei suoi materiali si confermano ancora una volta per quello che sono: una posa buona solo per posizionarsi a livello di mercato.
Per quanto riguarda invece il mondo di Non-D&D, abbiano visto il proliferare di tanti nuovi progetti che hanno visto o vedranno la luce nei prossimi mesi.
Shadowdark: il GDR OSR rivelazione del 2023 avrà la forza di imporsi come nuovo standard al posto dell'OSE?
Mork Bork: riuscirà questo prodotto scandivano a rimanere nei cuori e nei feed social di tutti noi grazie alla sua SRD?
Dragonbane: il GDR fantasy della Free League Publishing continua a macinare recensioni positive (in realtà i GDR della Free League in generale stanno andando molto bene tra gli appassionati, siamo forse davanti una TSR made in UE?)
Forged in the dark: con il successo di Blades in the dark il mondo di The Forge e dei PbtA torna a bussare alla porta, tradendo la sua base ideologica, questo nuovo sistema sta iniziando a spopolare così tanto che potete trovare addirittura una SRD completamente in italiano
MCDM RPG: il GDR di Matthew Colville ha chiuso il suo crowdfunding su BackerKit con 4 milioni di dollari e promette un’esperienza di gioco cinematografica basata sui combattimenti ( un successero spirituale della 4E di d&d)
Daggerheart: Critical Role dopo la pessima accoglienza riservata a Candela Obscura (un fritto misto uscito male tra il Richiamo di Cthuluh e Blades in the dark) ci prova con questo nuovo GDR in cui non c'è il d20 ma il d12 e si usano le carte (qualcuno ha detto index card RPG?)
Ci sono poi una caterva di altri titoli e sistemi di gioco che sicuramente impareremo a conoscere nel corso del 2024 ma voglio avviarmi verso la fine di questo articolo
Quindi Ben Riggs ha toppato alla grande?
Riggs ha sparato una s******** alla fine? Sì e no, dal punto di vista dei giocatori il mondo dei GDR non è mai stato così vario e interessante, dal punto di vista degli addetti ai lavori... Beh guardiamoci in faccia, le altre aziende che propongo i loro GDR non hanno un grande numero di dipendenti assunti, sono quasi tutti freelance e i volumi di vendita non sono esattamente altissimi.
Riggs usa il termine balcanizzazione, e ha ragione in questo, la 5e aveva il pregio di essere una specie di linguaggio universale, se usciva un nuovo GDR sicuramente usciva anche una versione compatibile per la 5e. Questo ha permesso ad un sacco di designer di emerge e creare un loro seguito. C'è gente che probabilmente deve la propria carriera nel mondo dei GDR alla 5e ma è finita… forse.
Stiamo vivendo ad un periodo di passaggio in cui nessuno sa come andrà. Forse One D&D sarà un flop o forse sarà un nuovo grande successo, non abbiamo dati per poterlo dire. Quello su cui però siamo tutti d'accordo è che all'orizzonte ci sono tante incertezze, solo il tempo potrà dirci come andrà